26 aprile 2018 - 07:01

Milano, 25 Aprile: il grande freddo
tra i militanti di Cinque stelle e Pd

Tra lo striscione del Pd, coi volti stilizzati dei partigiani sugli stendardi, e lo spezzone di corteo occupato dalle bandiere bianche dei Cinque Stelle la distanza politica (e umana) rimane quella di sempre

di A.Se.

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Duecento metri che sembrano chilometri. Tra lo striscione del Pd, coi volti stilizzati dei partigiani sugli stendardi, e lo spezzone di corteo occupato dalle bandiere bianche dei Cinque Stelle la distanza politica (e umana) rimane quella di sempre. La piazza milanese risponde con l’indifferenza reciproca ai tentativi di confronto tra i rispettivi leader a Roma. I dibattiti interni si rincorrono però lungo tutto il tragitto del corteo. Nel Pd qualcuno butta lì persino dei mini-sondaggi volanti: «Tra gli iscritti prevale ancora il no al dialogo, ma le posizioni vanno ammorbidendosi. E tra gli elettori l’idea di non consegnare il governo a Salvini risulterebbe predominante», assicura un dirigente. C’eravamo tanto odiati. E però, raccontano certi altri dirigenti più vicini all’ortodossia renziana, «la nostra gente continua a dirci “con quelli mai, ci hanno insultato per mesi e ora ci andiamo insieme al governo? Ma scherziamo? Mai e poi mai”».

Nella prima fila del Pd si vedono tra i tanti dietro lo striscione Ivan Scalfarotto,Emanuele Fiano, Franco Mirabelli, Alessandro Alfieri Pietro Bussolati, Carmela Rozza, Pierfrancesco Majorino. Metà aperturisti, metà «aventiniani». Questa vicenda del dialogo con Fico e Di Maio sta squadernando la già complicata geografia interna delle correnti. Però cantano tutti insieme uno accanto all’altro Bella Ciao, perché è vero che il rispetto nelle differenze nel parito milanese è prassi ancora solida. Quasi tutti sono comunque convinti che si tratti dei giochi della politica e che l’accordo coi «grillini» alla fine non si farà perché non conviene e nessuno. Duecento metri più indietro, dopo i comunisti duri e puri di Marco Rizzo, ecco uno striscione su sfondo rosso: «Resistenza in difesa della Costituzione». Lo portano i militanti dei Cinque Stelle coi consiglieri comunali Simone Sollazzo e Gianluca Corrado in prima fila. Sono in tutto un centinaio, ma la manifestazione simbolo della sinistra è anche un po’ cosa loro. «Qui a Milano sono pochi quelli che mugugnano per il dialogo col Pd. Ma il movimento milanese, si sa, è forse più a sinistra rispetto al nazionale», spiega un attivista della prima ora. Che poi aggiunge sottovoce: «Ma forse non protestano perché nessuno crede davvero a un accordo con quelli là».

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